Ormai non conto più le volte che amici parenti o conoscenti mi abbiano chiesto delucidazioni in merito ai diversi professionisti che operano nel campo della Salute Mentale.
Mossa da questo spunto, ho pensato di scrivere qualche riga per aiutare chi fosse interessato ad uscire dalla confusione mentale generata dalle troppe, o troppo poche, informazioni sulla differenza tra:
Psicologo – Psicoterapeuta – Psicoanalista – Psichiatra – Neurologo
Psicologo
La psicologia è una scienza che si occupa dei processi della mente, del comportamento e delle relazioni umane, con lo scopo di promuovere il miglioramento della qualità della vita delle persone, dei gruppi, degli organismi sociali e della comunità.
Le competenze e gli strumenti offerti dallo psicologo non si applicano solo alla psicopatologia, ma anche ad altre importanti aree di intervento il cui obiettivo consiste nel promuovere il cambiamento e potenziare le risorse di individui, coppie, famiglie ed organizzazioni.
All’interno dell’Università, presso la facoltà di Psicologia, si diramano diversi orientamenti formativi: “psicologia clinica e di comunità”, “psicologia del lavoro e delle organizzazioni”, “psicologia dello sviluppo e dell’educazione”, “psicologia generale e sperimentale”, ognuno dei quali fornisce competenze specifiche.
In linea con l’indirizzo prescelto, lo psicologo laureato può lavorare come consulente (per sedute di valutazione, di orientamento e di sostegno alla persona per periodi limitati di tempo) nelle strutture pubbliche/private, nel campo della prevenzione, della formazione oppure come ricercatore universitario.
Tra i numerosi contesti di applicazione della psicologia si possono indicare gli ospedali, i consultori, i tribunali, i servizi per l’infanzia e l’adolescenza (interventi a scuola, disturbi dell’apprendimento, sostegno alla genitorialità), le comunità terapeutiche e riabilitative, le residenze per anziani, i consultori.
Lo psicologo è previsto nell’ambito del lavoro e delle organizzazioni con compiti di selezione, testing e valutazione, presa di decisioni, analisi organizzativa, team building, e in numerosi nuovi altri campi: la psicologia dell’immigrazione, ambientale, del traffico, penitenziaria, dello sport, dell’emergenza e della prevenzione e del benessere in senso lato (salute, stili di consumo, sicurezza, violenza, dipendenza da sostanze).
Lo psicologo non può prescrivere farmaci, perché per farlo è indispensabile la laurea in Medicina.
Per diventare psicologo in Italia è necessario laurearsi in Psicologia (5 anni di studio), svolgere un tirocinio della durata di un anno, conseguire l’Abilitazione all’esercizio della professione mediante l’Esame di Stato, iscriversi nella sezione A dell’Albo professionale (ai sensi dell’art. 7 della Legge 18 febbraio 1989, n. 56 e della Legge n.170 dell’11 luglio 2003).
L’Ordine degli Psicologi è un ente pubblico che ha il compito di vigilare sulla professione a tutela dei cittadini e promuovere ogni azione al fine di prevenirne l’abuso. In qualunque momento i cittadini possono far riferimento all’Albo (anche online) per verificare se uno specialista è abilitato all’esercizio della professione. I professionisti abilitati sono tenuti ad osservare il Codice deontologico degli psicologi italiani.
Psicoterapeuta
Lo Psicoterapeuta è uno psicologo, o un medico, che abbia conseguito una specializzazione in Psicoterapia di durata almeno quadriennale, presso scuole pubbliche o private riconosciute dal M.U.R.S.T. (Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica).
Gli istituti di specializzazione sono diversi, ed ognuno afferisce ad un modello teorico distinto, sebbene spesso gli Psicoterapeuti integrino tecniche provenienti da teorie differenti.
Ad ogni modo, al di là della formazione di riferimento, lo psicoterapeuta è un professionista abilitato (oltre che nella prevenzione, nella diagnosi, nel sostegno e nella riabilitazione, ovvero tutte le attività dello psicologo) alla terapia dei disturbi psichici a scopo terapeutico, anche in modo continuativo nel tempo, dalle forme più lievi a quelle più gravi.
Per esercitare la professione di psicoterapeuta è obbligatorio essere iscritti all’Albo professionale (l’abilitazione all’esercizio della psicoterapia avviene ai sensi dell’art. 3 della Legge 18 febbraio 1989 n.56).
Un semplice psicologo non è abilitato ad effettuare psicoterapia. Anche in questo caso, pertanto, è possibile e consigliabile verificare che il professionista sia iscritto con entrambi i titoli.
Qualora non sia medico, lo psicoterapeuta non può prescrivere farmaci, ma può collaborare con uno psichiatra per l’eventuale aspetto farmacologico di un trattamento terapeutico.
Psichiatra
Lo psichiatra è obbligatoriamente laureato in medicina chirurgia, e specializzato in psichiatria. Può anche avere una specializzazione in psicoterapia.
Si occupa per lo più dei disturbi psichici medio gravi e marcatamente gravi e, avendo una formazione prevalentemente organicistica, tende a proporre interventi a carattere farmacologico (psicofarmaci) come metodo elettivo di trattamento. Al di là del modo di classificare le malattie o i disturbi mentali, lo psichiatra si appoggia nel modo più rigoroso possibile ai dati provenienti dalla genetica, fisiologia e fisiopatologia per spiegare le condizioni psicopatologiche, sebbene le influenze della psicoanalisi e di altre correnti psicologiche e psicoterapeutiche abbiano prodotto nel tempo fruttuosi percorsi integrativi. Oggi, infatti, sono molti gli psichiatri abilitati all’uso della psicoterapia.
Sebbene non sia scontato e inevitabile, è possibile ricevere dallo psichiatra prescrizioni farmacologiche anche in relazione a disturbi medio lievi o addirittura semplicemente psicologici (ad es. disagi relazionali procuranti ansia, insonnia, qualsiasi tipo di stato depressivo, ecc.), usanza utilizzata spesso anche dai medici di base consultati.
Una collaborazione tra psichiatri e psicologi, già attuale ma da migliorare, è sicuramente consigliata poiché favorisce una risposta offerta su basi comuni, con le giuste differenze e modi di intervento. In alcuni casi diventa addirittura indispensabile, come nelle psicopatologie acute.
Psicoanalista
Lo Psicoanalista possiede una laurea in psicologia o in medicina, e una specializzazione (della durata minima di quattro anni) presso una Scuola Psicoanalitica. La psicoanalisi è una particolare forma di psicoterapia le cui basi risalgono a Freud, ma da cui si sono poi sviluppate diverse correnti psicoanalitiche. Come per la psicoterapia, infatti, esistono svariati orientamenti, in base alle varie Scuole Psicoanalitiche.
In genere il percorso analitico dura a lungo (diversi anni) ed ha come scopo principale la conoscenza di sé in profondità, non solo la remissione del disagio o del sintomo.
Neurologo
Il neurologo è obbligatoriamente laureato in medicina e chirurgia, e la sua successiva specializzazione è in Neurologia. Come medico può sostenere un corso quadriennale in psicoterapia ed ottenerne l’autorizzazione, altrimenti, malgrado la specializzazione in neurologia, non risulta abilitato all’esercizio della psicoterapia.
Fino agli anni ’70, in Italia, la trattazione delle malattie del Sistema Nervoso includeva in un’unica materia sia le patologie della mente che le patologie “organiche”, e la disciplina prendeva il nome di neuropsichiatria.
Purtroppo, ancora oggi è diffusa l’abitudine da parte di alcuni medici di base a ricorrere all’invio presso il neurologo quando si trovano di fronte a pazienti con disagio o problemi psichici (spesso anche per la reticenza dei pazienti stessi verso psichiatri e psicologi ancora comunemente considerati i “medici dei pazzi”).
In realtà, il neurologo si dedica a quelle disfunzioni dove risulti compromesso il funzionamento del Sistema Nervoso o nelle situazioni di abnorme sviluppo neurologico o di evoluzione patologica, (quindi nella demenza, nel morbo di Parkinson, nell’epilessia, nella sclerosi multipla, ecc.) intervenendo in modo farmacologico, chirurgico (neurochirurgia) e/o riabilitativo.
Il neurologo non è abilitato a trattare i disturbi psichici, se non quando essi abbiano un’origine organica.
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