Quando è il caso di andare in psicoterapia
Comunemente si ritiene ancora che si debba essere “pazzi o squilibrati”, ma in realtà diverse motivazioni possono spingere verso la richiesta di una consulenza psicologica: se si riconoscono momenti di cambiamento, o di crisi, apparentemente insuperabili e tali da minare il proprio equilibrio psichico; se ci si sente confusi, bloccati o intrappolati, in preda a stress, disturbi d’ansia, del sonno, dell’umore, dell’alimentazione o della sessualità; se si avvertono difficoltà nella gestione delle emozioni, inclinazioni ad esprimere attraverso il corpo il proprio malessere, tendenze a temere le malattie o le contaminazioni, incapacità di prendere decisioni o nel non di sentirsi in grado di affrontarle; se si pensa di non riuscire ad esprimersi al meglio, di avere difficoltà relazionali, di dipendenza affettiva, di comunicazione, di autocontrollo.
Spesso si viene spronati dalla presenza di un sintomo, ma di solito è sufficiente la consapevolezza di non sentirsi bene con se stessi, nella propria vita individuale, lavorativa e/o relazionale.
Chi sceglie di intraprendere un percorso psicoterapeutico talvolta sente semplicemente il desiderio di conoscersi meglio, di superare un momento difficile, e/o di cambiare qualcosa nella propria vita, e decide di farlo accompagnato da un esperto.
Il disagio e/o la sofferenza, di varia origine e natura, possono incidere in maniera più o meno significativa sulle diverse sfere dell’esistenza dell’individuo, impedendogli di mantenere una vita sociale e relazionale soddisfacente, e andando a ledere il suo benessere psicofisico. Perciò il suo cammino, generalmente orientato verso la crescita, inceppa in blocchi che ne ostacolano lo sviluppo.
L’intento della psicoterapia appare dunque quello di superare questi blocchi, per permettere la piena maturazione e soddisfazione della persona.
È apprezzabile avere la volontà di affrontare da soli i propri problemi, ma qualora si avvertisse di traballare o fallire nel tentativo allora quello sarà il momento giusto per rivolgersi ad un professionista, anche solo per non rischiare di acutizzare la situazione. Questo come gesto di responsabilità, di amore ed attenzione verso il proprio benessere e quello di chi ci sta intorno.
Come scegliere lo psicoterapeuta
La consapevolezza di un disagio o di una difficoltà costituisce di per sé un indice di forza. Accettare i propri limiti rappresenta l’inizio di un cammino di autoconoscenza che apporta maturità e saggezza. Ciò non significa che si diventi perfetti e irreprensibili, ma solo che ci si offre la possibilità di entrare maggiormente in contatto con se stessi.
Per tale ragione, lo specialista non possiede la chiave della conoscenza assoluta, né una risoluzione impacchettata del problema che gli verrà posto di fronte, ma solo gli strumenti per accompagnare gli individui verso queste competenze, cercando di attivare le personali risorse interiori e innescandone delle nuove.
Le tecniche esistenti per questo lavoro sono tante, e spesso diverse fra loro, ma la finalità è comune a tutte. Pertanto, al di là dello specifico orientamento, ciò che conta è scegliere il professionista più indicato e cercare di stabilire una relazione di fiducia reciproca. Il rapporto che si instaura con il terapeuta è fondamentale per la buona riuscita del percorso.
Non tutti hanno la possibilità di essere aiutati nella scelta della “persona giusta”, ma occorre non sottovalutarne l’importanza perché sarà compagna di un viaggio importante. Perciò, come per altre professioni (medici, avvocati, dentisti, architetti e specialisti di ogni genere), anche la valutazione di uno psicoterapeuta dovrebbe essere molto accurata.
Se non si dovessero possedere informazioni specifiche sulla persona, per prima cosa ci si può affidare all’Albo degli Psicologi per essere sicuri che l’esperto selezionato sia abilitato all’esercizio della professione e, qualora si ritenga di dover affrontare una psicoterapia, se possieda una specializzazione e sia annotato all’Albo con la qualifica di psicoterapeuta.
Come capire se è lo psicoterapeuta giusto per noi
Di psicoterapeuti che ce sono tanti, ed ognuno racchiude un patrimonio di conoscenze ed esperienze a sé. Si può essere ispirati a sceglierlo da un’immagine, un nome, un posto, un sito, un annuncio, o da un consiglio di amici, parenti, conoscenti, medici di fiducia… l’importante è essere consapevoli che la decisione è particolarmente rilevante, così come dovrà esserlo l’attenzione incondizionata verso dove ci sta portando.
Perciò non è indice di sfiducia monitorare che il rapporto funzioni e individuare i mutamenti della situazione.
Purtroppo non esistono criteri oggettivi per definire se la scelta dello psicoterapeuta sia stata giusta o meno. Però si può prestare attenzione allo sviluppo della terapia, alle modifiche che comporta, alle sensazioni che ci trasmette.
Una volta stabilito che eventuali dubbi sullo psicoterapeuta non siano dettati solo dalla paura del cambiamento, si può anche decidere di interrompere e/o cambiare la terapia. Ma se ci si sente a proprio agio, liberi di esprimersi e di comunicare, accolti e non giudicati, considerati, stimati e rispettati; se il terapeuta vi suscita fiducia, ed è presente, attivo, affidabile e costante… allora si è già sulla buona strada per un rapporto terapeutico efficace.
Sebbene la psicoterapia debba essere comprensibile e dotata di senso, è necessario sentire di potersi affidare al terapeuta, dove ciò equivale anche, a volte, rimandare la comprensione di alcuni passaggi in un secondo momento. Benché spesso possiamo essere portati a desiderare di risolvere tutto e subito, alcuni processi di cambiamento potrebbero essere più lenti, quindi è bene non essere troppo frettolosi nel cercare un riscontro immediato dalla terapia.
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